Marco Tamburro

Marco Tamburro dipinge in studio – artista contemporaneo al Festival EOLIÈ 25

“Nei quadri di Marco Tamburro la rappresentazione dell’umanità si trasfigura in un teatro simbolico che porta sulla scena esseri umani ridotti a tristi burattini.”

Eoliè

Marco Tamburro, nato a Perugia nel 1974, è un artista visivo che indaga l’alienazione dell’uomo contemporaneo nelle metropoli. Dopo gli studi in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, si trasferisce a Roma, dove sviluppa una pittura potente e simbolica, capace di fondere teatro, fotografia e architettura.

Nelle sue opere, spesso dominate da bianco, nero e rosso, la figura umana appare come un’ombra smarrita in città monumentali e spersonalizzanti. L’uomo moderno diventa spettatore passivo di un’esistenza alienata, sospeso tra ripetizione e disillusione.

Tamburro ha esposto in musei e gallerie in Italia e all’estero – dal MAXXI alla Biennale di Venezia, da Miami a Berlino – ed è stato elogiato da critici e curatori per la sua capacità di raccontare l’inquietudine del presente con uno stile incisivo e teatrale.

A EOLIÈ 25, Tamburro porta la sua visione potente: una pittura che parla di identità, solitudine e resistenza. La città come teatro del tradimento dell’umano.

Nelle opere di Marco Tamburro, l’amore è nostalgia di umanità, e il tradimento è quello della città verso l’individuo. Le sue metropoli cupe e vertiginose raccontano relazioni spersonalizzate, identità smarrite, emozioni soppresse. È lì, tra cemento e solitudine, che il tema di EOLIÈ prende forma: un teatro contemporaneo dove l’amore resiste, anche quando tutto intorno lo ha già dimenticato.