Nicolò Morales

Nicolò Morales con una Testa di Moro in ceramica, Caltagirone, Eoliè25

I miei non sono colori, ma reazioni, comportamenti.

Nicolò Morales

L’incontro tra Nicolò Morales e la materia avviene all’età di cinque anni, quando, durante alcuni lavori in casa, raccoglie del materiale simile allo stucco e lo trasforma in un piccolo dinosauro. Da allora, ogni sostanza modellabile diventa per lui uno strumento espressivo. Cresciuto a Caltagirone, nel cuore della tradizione ceramica siciliana, Nicolò respira fin da bambino gli odori delle botteghe, i colori dei pigmenti naturali, il silenzio eloquente dell’argilla. È qui che nasce un amore viscerale per la scultura, alimentato dalla voglia di raccontare storie e forme nuove.

Un amore che si scontra però con un sistema legato al passato, dove innovare sembrava un tradimento. Per anni ha nascosto il suo lato più sperimentale, finché ha scelto la strada del coraggio: restare fedele a se stesso, anche a costo di rompere con ciò che era atteso.

Morales è figlio della ceramica tradizionale ma anche interprete libero e originale dell’arte contemporanea siciliana. Le sue opere si muovono tra archetipi e linguaggi nuovi: pesci e volatili che sembrano spiccare il volo o emergere dal mare, Teste di Moro che raccontano amori spezzati, misteri e identità. L’influenza della natura siciliana è potente, ma è la sua personale esperienza ad alimentare una produzione capace di emozionare, provocare, cambiare.

È daltonico, ma ha nascosto questa condizione per 44 anni. Anziché un limite, il daltonismo è diventato la sua forza: “Sento i colori dentro”, ha dichiarato. I suoi accostamenti cromatici non obbediscono a regole visive, ma a una percezione sensibile e istintiva. È questa la chiave delle sue maioliche intense e poetiche, dove colore, forma e narrazione comunicano in un linguaggio personale.

Nel corso della sua carriera ha esposto in Italia e all’estero: dalla Biennale di Venezia alla Biennale di Caltagirone, passando per Parigi, Barcellona, Palermo, Torino. Ha lavorato con nomi illustri del design come Paola Lenti, Ugo La Pietra e Sara Ricciardi, realizzando pezzi unici e progetti semi-industriali.

È stato insignito del prestigioso titolo di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere dalla Fondazione Cologni, e una sua opera è entrata nella collezione permanente del Quirinale. Anche le profondità del mare portano la sua firma: con “Gesù Bambino degli Abissi” ha creato una scultura sommersa nel mare di Baia Verde a Cannizzaro, a 40 metri di profondità.

Nicolò Morales partecipa a Eoliè25 – Amore e Tradimento portando con sé una storia di passione e resistenza. Ogni sua creazione è il risultato di un conflitto trasformato in bellezza: l’amore per la ceramica come eredità, il tradimento della tradizione come atto necessario per rinascere.

La sua arte – emotiva, carnale, mai convenzionale – è un invito a guardare oltre la superficie. E proprio come il mare da cui trae ispirazione, cela profondità inaspettate. A Eoliè, la sua voce sarà quella di chi ha saputo tradire per poter amare davvero.