Salvatore Rizzuti

Il tradimento, come ogni crepa nella materia, rivela un’anima nascosta: nella scultura emerge la forza dell’amore che resiste alle fratture.

C’è un amore che nasce silenzioso, tra le pieghe di una vita che sembrava già scritta. Salvatore Rizzuti, detto Totò, ha scoperto il suo talento prima ancora di poterlo esercitare. Fin da bambino, la scultura gli abitava dentro, come una voce sommessa ma insistente. Cresciuto tra le colline di Caltabellotta, in una famiglia di pastori, è stato costretto a mettere da parte i sogni per aiutare il padre e i fratelli nell’azienda pastorizia. Ma l’amore per l’arte non si tradisce — e lui non lo ha fatto.

Con forza e dolcezza insieme, ha scelto la via della libertà: riprendere gli studi, modellare la materia, restituire forma all’invisibile. Un atto di fedeltà verso se stesso, un tradimento benefico di ciò che sembrava destino. Oggi, Salvatore Rizzuti è tra i più importanti scultori italiani. Le sue opere sono testimonianza viva di un amore che resiste al tempo, al sacrificio, alle deviazioni della vita. Un amore che plasma il mondo.

Dopo anni dedicati all’azienda pastorizia di famiglia, riprende gli studi, diplomandosi al Liceo Artistico nel 1972 e successivamente all’Accademia di Belle Arti di Palermo sotto la guida di maestri come Silvestre Cuffaro e Carmelo Cappello.

Nel 1980 tiene la sua prima importante mostra presso la Galleria “La Tavolozza” di Palermo, presentato da Leonardo Sciascia e Bruno Caruso. Da lì partecipa a numerose esposizioni prestigiose, tra cui le gallerie “Ca’ D’oro” di Roma e “Viotti” di Torino.

Diventa docente titolare della Cattedra di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove resterà fino al 2015. Tra le sue opere più significative: il monumento alle vittime della mafia a Campobello di Mazara, il monumento a Francesco Crispi a Ribera e il monumento agli emigranti ad Alessandria della Rocca.

Ha lavorato per importanti restauri, tra cui quello plastico del Teatro Massimo di Palermo, e ha realizzato opere per diverse chiese siciliane. Nel 2012 ha creato la statua di Santa Rosalia per il Carro del Festino a Palermo. Ha donato trentatré opere al Museo Civico di Caltabellotta e pubblicato il “Manuale di Tecniche della Scultura“.

Totò partecipa a Eoliè25 perché era destino. Come ogni momento decisivo della sua vita, anche questo incontro nasce da un disegno più grande, fatto di passione, sacrificio e bellezza. La sua esistenza è segnata da eventi che ne hanno cambiato il corso, guidandolo sempre verso la libertà dell’arte. Siamo certi che questa stessa energia, questo amore profondo per la scultura e per la vita, Totò saprà trasferirlo a tutti noi, lasciando un segno e, forse, cambiando il corso della vita di qualcuno.